PORTFOLIO 1-192 : dedicato a Juan Pablo Morìs Crespo

Dicembre 2013, ore 23 , dopopizza. Ragazzi, ci sollecita Ivano, andiamo a fotografare la “stazione” !? Intuendo qualche suo progetto, gli chiedo se anche una vista su semplici e diritti binari può andare bene. Ci incamminiamo versa questa nuova avventura fotografica. E via con gli scatti, e fai da “modello”, e spostiamoci ,e primi piani, e le messe a fuoco, e i tempi, e le linee, e la luce, e ,e, e, e, e quanta fatica ! Pensavo tra me e me, ormai sempre più infreddolito: meglio la pittura ,senza tutto questo andirivieni, queste macchine che si prendono, si ripongono, si riprendono, il cavalletto da spostare, alzare , abbassare! Per che cosa poi : un click e… tutto da rifare. Dopo qualche giorno la cosa si fa seria : Ivano finalmente ci mette al corrente del tema fotografico che sta sviluppando. Si tratta di un progetto denominato “Progetto CentoNovantaDue” a cura di Ciro Prota : ogni fotografo ha solo un nome di una delle vittime dell’attentato al treno di Madrid , 11 marzo 2004, e deve presentare una sola fotografia a “memoria” della vittima . Il progetto improvvisamente è diventato anche un po’ nostro. Così, con sempre maggiore entusiasmo, dedichiamo altre ore a cercare una nuova inquadratura,un nuovo particolare , nuove linee di orizzonte. Una mattina ci incontriamo al caffè e compare una bella serie di fotografie, rigorosamente in bianco e nero. Appaiono scorci di piccole stazioni, binari, vagoni , geometriche file di mattonelle di altri tempi, porte socchiuse su improbabili “sale d’aspetto”,intonaci scalfiti. Figure solitarie, immobili, al limite. Il treno, laggiù nella foschia, non si vede. Misteriosa presenza . All’improvviso eccolo che danza sull’acciaio lucido del binario,potente bisonte ferroso : sembra voler svellere tutto, affermare la sua velocità, abbattere i dubbi dell’attesa. La stretta della mano imbianca le nocche, al bambino sembra di prendere il volo nel vortice fresco dell’aria. Poi, il tempo di uno scatto, una luce e niente più. Resta sospeso il vetro trafitto sulla pensilina: pace a te, Juan Pablo Morìs Crespo, sconosciuto amico.